Luogo comune n. 9:

NON SI RIESCE A FARE DI PIU’ RD

E’ falso, perchè:

La RD in Italia è in costante crescita

In Italia la RD è da anni in continua crescita e continua ad aumentare anche nell’attuale periodo di crisi, sia al nord come al centro e al sud. Questa linea di tendenza è stata confermata anche da ISPRA nel suo ultimo Rapporto Rifiuti Urbani, edizione 2013.

I dati contenuti nella relazione di bilancio 2012 Conai mostrano che la quantità di rifiuti di imballaggio avviata complessivamente a riciclo nel 2011 (7,4 milioni di tonnellate) è stata superiore dell’1,1% rispetto al 2010. La quantità di rifiuti di imballaggio in plastica destinata a riciclo è addirittura aumentata del 6,4% rispetto all’anno precedente, grazie principalmente all’incremento del riciclo delle frazioni di plastiche miste, oltre che allo sviluppo della raccolta e selezione di qualità. E nel 2011 sono state riciclate oltre 3,4 milioni di tonnellate di imballaggi cellulosici, con un incremento dell’1,6% rispetto all’anno precedente.

I dati Conai mostrano da decenni un trend per le attività di recupero che è in costante aumento e che non accenna ad arrestarsi, nonostante la crisi economica generale. Quindi, sul fronte della raccolta il “limite” è ancora lontano, tenuto anche conto del ritardo dello sviluppo della RD nel sud Italia, per cui esistono ancora ampi margini di miglioramento.

Per quanto riguarda la capacità industriale di riciclo, anche a fronte di un’eventuale saturazione degli impianti situati sul territorio nazionale rimane sempre la possibilità di esportare all’estero i materiali di recupero. Questo è ad esempio il caso dei rifiuti cellulosici: mentre negli ultimi 5 anni l’import di carta da macero si è stabilmente mantenuto nell’ordine di mezzo milione di tonnellate, l’export è passato da 1,1 milioni di tonnellate (2007) a 1,7 milioni di tonnellate (2011).

Clamoroso il caso del riciclo delle materie plastiche: sia l’import che l’export dei rifiuti plastici, inclusi i cascami industriali pre-consumo, ammontano ogni anno a decine di milioni di tonnellate. Ad esempio, per la categoria “Cascami, ritagli e avanzi di polimeri di etilene” nel 2011 si è registrato un import di quasi 16 milioni di tonnellate ed un export di 33 milioni di tonnellate. Alla faccia di coloro che affermano che “riciclare la plastica è impossibile”…

Alla luce di queste considerazioni, appare chiaro perchè non sia fondata l’obiezione che il sistema di RD abbia raggiunto in Italia il proprio limite. Aldilà di eventuali difficoltà sul fronte del trattamento in alcuni impianti, spesso dovute all'elevato tenore di scarti indesiderati causato dall'impiego di cassonetti stradali, ciò che conta, come anche esposto nel punto 2, è che non esistono problemi per la collocazione di quasi tutto il materiale recuperato. Sempre a condizione che siano soddisfatti i requisiti di qualità e adeguatezza sul fronte della raccolta. Anche per quanto riguarda la frazione organica non ci sono motivi di ostacolo per incrementare le quantità recuperate con la RD. E, nel caso che a fronte di un ulteriore e prevedibile aumento della quantità di rifiuti organici differenziati la capacità di trattamento si rivelasse insufficiente, nuovi impianti di compostaggio possono essere realizzati in tempi molto più brevi e a costi che normalmente sono inferiori di due ordini di grandezza rispetto a un impianto di incenerimento.

Il vero problema è semmai di segno opposto: al momento esiste un’eccesso di offerta di riciclo nei paesi asiatici a prezzi stracciati, che sta portando in difficoltà alcuni impianti di riciclaggio italiani.