Luogo comune n. 2:

NON SI SA COME IMPIEGARE I MATERIALI RECUPERATI

E’ falso, perchè:

In Italia si ricicla quasi il 60% degli imballaggi

La maggior parte dei rifiuti recuperati con la RD viene riciclata come materiale e siamo ancora lontani dalla saturazione della capacità di collocazione delle materie seconde nell’industria italiana del riciclo.

Secondo i dati Conai, in Italia viene raccolto in modo differenziato e riciclato il 64% degli imballaggi immessi al consumo. Se si considera anche la quota destinata a recupero energetico, il recupero complessivo sale al 73,7% del totale degli imballaggi prodotti.

La percentuale di riciclo, a livello di singolo materiale, varia dal massimo di materiali cellulosici e acciaio (79% e 75%, rispettivamente) al minimo della plastica, che ha un tasso di riciclo del 36% (dati 2011).

In Italia non solo si registrano tassi di riciclo superiori rispetto agli obiettivi europei per ogni tipo di materiale, ma tuttora esistono consistenti flussi di materie seconde importate dall’estero. Ad esempio, nonostante un tasso di riciclo dei materiali cellulosici tra i più alti al mondo, nel 2008 in Italia è aumentata del 7% la quantità di carta e cartone recuperata con la RD e sono state importate dall’estero circa mezzo milione di tonnellate di macero. E’ quindi chiaro che in Italia esistono ancora ampi margini di collocazione delle materie seconde recuperate con la RD.

Non ci sono problemi neanche per quanto riguarda il vetro, che ha un tasso di riciclo del 68%. E si deve tenere presente che, qualora si venisse raggiunta la saturazione della capacità di riciclo in impianto, nuovi spazi di mercato possono essere creati grazie alla separazione per colore. In pratica significa fare la RD del vetro con contenitori diversificati in base al colore: una cosa che in Germania si fa da decenni.

Non si deve poi dimenticare che quando per alcuni materiali viene saturata la capacità produttiva interna o comunque nei periodi di congiuntura favorevole è ormai normale ricorrere all’export di flussi selezionati di materiali di recupero. Ad esempio, nel 2011 sono state esportate 1,7 milioni di tonnellate di carta da macero (pari al 27% della raccolta nazionale) circa la metà delle quali inviate in Cina (non a caso fino a qualche anno fa la donna più ricca della Cina era un’imprenditrice del settore del riciclo della carta).

Inoltre, un grande impulso alla collocazione dei materiali di recupero deriverebbe dalla applicazione della legge che fissa una quota minima di prodotti contenente materiale riciclati negli acquisti della Pubblica Amministrazione (Decreto Interministeriale n. 135 dell'11 Aprile 2008 ). Questa legge è invece finora stata abbastanza disattesa, nonostante il dichiarato impegno del Ministero dell'Ambiente nei confronti del Green Public Procurement.

Per le frazioni di rifiuto strategiche non ci sono problemi di collocazione

Le due frazioni di rifiuto prioritarie, per le quali si deve ad ogni modo attivare la RD, sono i rifiuti cellulosici e rifiuti organici. Ciò non solo al fine del raggiungimento dell’obiettivo di legge del 65% di RD (a livello nazionale la loro somma è pari al 57% dei RSU, ma in molte aree del paese, queste due frazioni ammontano già da sole al 65% dei rifiuti urbani) ma anche per ragioni economiche ed operative.

La RD dei rifiuti cellulosici è strategica perchè i rifiuti cellulosici sono una delle frazioni di rifiuto quantitativamente più importanti e più facilmente recuperabili, soprattutto qualora venga creato un circuito di raccolta separato per i rifiuti di origine non domestica.

La RD “spinta” dei rifiuti organici è altrettanto strategica, per questi motivi:

  • i rifiuti organici sono una delle frazioni di rifiuto quantitativamente più importanti;
  • differenziare a monte i rifiuti organici nella misura di almeno l’80% della consistenza della frazione nei RSU consente di ottenere un’ottimizzazione operativa che determina considerevoli risparmi economici ;
  • i rifiuti organici non raccolti mediante cassonetti stradali contengono molti meno scarti e consentono di produrre sempre un vero compost di qualità, che in quanto tale trova sempre degli utilizzatori e non rimane mai nei piazzali in attesa di essere collocato sul mercato.

Al fine di una buona gestione dei rifiuti, esiste quindi un ordine di priorità strategica per le frazioni oggetto di RD, che vede al primo posto carta, cartone, sostanza organica e i principali tipi di rifiuti pericolosi.

Non deve quindi allarmare se una certa quota di materiali plastici da RD di scarsa qualità vanno a recupero energetico: molto più grave sarebbe invece non attivare sistemi di RD che consentano di differenziare e poi trasformare in compost la quasi totalità dei rifiuti organici.

Alla luce di tutte le considerazioni esposte, si può concludere che la mancata accettazione da parte del mercato del recupero evocata da taluni amministratori locali non ha alcun fondamento ed è in genere solo un tentativo di difendere sistemi di RD ormai obsoleti, da cui si ottengono inevitabilmente frazioni riciclabili troppo contaminate da scarti indesiderati.